Edolo 2005, la capra Bionda dell’Adamello in mostra in Valle Camonica

di Luigi Andrea Brambilla e Laura Milone

11 Dicembre 2005

valutazione della categoria capre nate nel 2003/2003

Le finaliste della categoria capre nate nel 2004
(foto Luigi Andrea Brambilla)

Il 22 e 23 Ottobre ultimo scorso, a Edolo (BS), si è svolta l’annuale e interessante manifestazione zootecnica che ha visto protagonista la capra Bionda dell’Adamello. All’interno delle Giornate Zootecniche, organizzate dall’Associazione Provinciale Allevatori di Brescia e da diversi enti locali, si è tenuta la IX edizione interprovinciale della mostra di questa razza. Circa 350 sono stati gli animali che i 25 allevatori, provenienti da tutta la provincia di Brescia e di Lecco, hanno esposto nel centro zootecnico di Edolo, recentemente rinnovato. Due sono stati i momenti tecnici di elevato rilievo: l’incontro con gli allevatori, che si è svolto nel pomeriggio di sabato, e il concorso dei capi esposti che ha impegnato allevatori e giudici per tutta la mattina di domenica.
“Possibili sviluppi nel miglioramento della capra Bionda dell’Adamello” è stato il filo conduttore dell’incontro coordinato dal Dott. Bazzoli, Direttore dell’Apa di Brescia, dal Dott. Panteghini, Tecnico SATA per la provincia di BS, dal Dott. Zanatta, Tecnico Specialista SATA-ovicaprini- dell’Ara Lombardia e relatore per l’occasione, e dal sottoscritto in rappresentanza di R.A.R.E., esperto di razza e moderatore dell’incontro.

L’interesse verso la capra Bionda dell’Adamello nasce, o meglio, rinasce intorno agli anni novanta quando l’iniziativa di conservazione di questa razza da parte di alcuni caprai della Valle Camonica (Val Saviore-BS-) e l’impegno dell’allora tecnico dell’Apa di Brescia Dott. Bonù, trovarono supporto nell’attivazione del Reg. Ce 2078/92, e nel successivo riconoscimento ufficiale da parte della Regione Lombardia della razza “Bionda” (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n°20 anno XXV) come razza da tutelare. L’origine di questa capra, non ci stancheremo mai di dirlo, è comune a quella di buona parte delle razze locali dell’arco alpino italiano. Esiste una discendenza comune da far risalire all’azione dell’uomo che, attraverso le sue scelte, spesso solo estetiche e in parte funzionali, ha creato diverse razze a partire dal ceppo caprino alpino caratterizzato dalla presenza di una elevata moltitudine di mantelli, ma con caratteristiche morfologiche costanti, se confrontate con quelle dei ceppi asiatico medio-orientale e africano. A queste scelte si aggiunse la presenza di alcune barriere orografiche e sociali, che in passato favorirono un certo isolamento attraverso la riduzione di scambi di animali fra diversi territori. Probabilmente le attuali e più credibili discendenti dell’antica popolazione caprina alpina, già in fase post-domesticatoria avanzata, se confrontata con la popolazione primaria asiatica medio-orientale, sono le razze policromatiche ad individuazione territoriale e più in generale l’attuale Alpina Comune, dove l’azione di standardizzazione dei caratteri puramente estetici da parte dell’uomo ha avuto un minore influsso.
La Bionda dell’Adamello è quindi il prodotto, più o meno recente, di una ulteriore evoluzione dovuta alla standardizzazione sistematica delle sue caratteristiche di mantello, oggi fissate quasi definitivamente.
Questa razza anche in una visione positivistica di un ulteriore incremento numerico rimane, con i suoi 4.000 capi stimati, una delle realtà caprine ancora in pericolo di estinzione. Infatti secondo Reg. Ce 817/04-allegato I°-art.14, recante le disposizioni di applicazione del Reg. Ce 1257/99 in materia di razze zootecniche da tutelare, una razza caprina locale è considerata in pericolo fino ad una consistenza minima di 10.000 fattrici.

Anche quest’anno la mostra di Edolo si è svolta con grande partecipazione di pubblico e soprattutto soddisfacendo per numero di animali e iniziative tutti gli intervenuti.
Oltre l’incontro di sabato, la mattina di domenica ha impegnato il giudice Dott. Zanatta nella valutazione degli animali in concorso. Le categorie ufficiali sono state 10, si è partiti dai becchetti nati nell’anno (2005) per concludere con le “senior”, capre con età superiore ai sei anni che, per tonicità di struttura e fierezza, non hanno per niente sfigurato rispetto alle “colleghe” più giovani.

In conclusione ci teniamo a dire che il settore delle razze caprine locali è sicuramente uno fra i più difficili e delicati, fra tutti quelli agricoli di tutela, richiede una grande collaborazione e competenza fra le diverse figure professionali. Viene richiesta da parte di tutti la concreta visione ad ampio raggio delle numerose problematiche di questo settore, solo questa condizione, non più strettamente settoriale, risulterà vantaggiosa per la tutela delle nostre razze caprine alpine minacciate.

Elenco del primo classificato per ogni categoria

  • 1^ Cat. Becchi nati nel 2005: Ducoli G.
  • 2^ Cat. Becchi nati nel 2004: Bernardi A.
  • 3^ Cat. Becchi nati nel 2003 e 2002: Sigala A.
  • 4^ Cat. Becchi nati nel 2001 o precedentemente: Sigala A.
  • 5^ Cat. Gruppo di 3 Caprette nate nel 2005: Ducoli O.
  • 6^ Cat. Caprette singole nate nel 2005: Binda C.
  • 7^ Cat. Capre nate nel 2004: Cioli S.
  • 8^ Cat. Capre nate nel 2003/2002: Ducoli G.
  • 9^ Cat. Capre nate nel 2001/2000: Sigala A.
  • 10^ Cat. Capre nate nel 1999 o precedentemente: Sigala A.
  • Miglior Gruppo Presente: 1° Sigala A., 2° Ducoli G., 3° Binda C.
  • Re della Mostra come miglior becco: Sigala A.
  • Regina della Mostra come miglior Capra: Ducoli G.

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