Razze bovine alpine “dimenticate”: Montavoner-Prättigauer e Pezzata di Rabbi

di monica brunelli thaler

Per capire il perché della presenza di determinate razze o popolazioni zootecniche nelle vallate alpine è indispensabile fare una ricerca storica e indagare anche su documenti che alla prima impressione sembra non siano molto pertinenti con la zootecnia.
Questo approccio l’ho imparato durante le mie lunghe ricerche sull’avicoltura tirolese per la preparazione della relazione che ho presentato per il riconoscimento della razza di galline di Proves e Val d’Ultimo – Campagnola Tirolese, che è l’unica razza avicola superstite e ricostituita della regione.
 
Per quanto riguarda le razze bovine ho trovato molto interessante la storia dell’espansione della razza Montavoner-Prättigauer, razza considerata alla fine del 1800 come una delle migliori lattifere dell’arco alpino.
Era molto diffusa nella Svizzera orientale, nel Voralberg austriaco e in Val Venosta; oggi, per incrocio di sostituzione, è inglobata nella razza Bruna.

Vacca di razza Montavoner 1896  

Nei miei viaggi attraverso la
Svizzera ho potuto notare che nel distretto della Prettigovia (Davos) e nell’Engadina, tra le vacche Brune ci sono degli esemplari molto scuri e con caratteristiche che ricordano molto la razza Montavoner Prättigauer.
 
Fino a qualche decina di anni fa tra i commercianti di bestiame che frequentavano le aste dell’associazione allevatori della razza Bruna di Bolzano erano rinomate e ricercate le vacche “venoste”, vacche Brune molto scure e con una struttura più compatta delle Brune moderne che ricordava quelle della razza Montavoner, un tempo allevate appunto nell’alta Val Venosta.
 

Vacca “Bruna” -distretto di Prettigovia, febbraio 2025

Vacca di razza Montavoner 1896  

Importante specificare che la razza Montavoner e Prättigauer non era quella che oggi conosciamo come Bruna Originale. In una tavola del 1880 circa queste, assieme alla razza tedesca Angler, vengono rappresentate come tre razze distinte.

Sotto: scheda tecnica di misurazione dei descrittori del 1880 dove sono evidenti le differenze tra la razza Bruna Svizzera e la Montavoner.

 
Per comprendere questa importante diffusione delle Montavoner-Prättigauer e l’apprezzamento di questa razza, riporto la traduzione di un paragrafo di uno scritto di Otto Stolz del 1930. Otto Stolz (1881-1957) era uno storico etnografo professore universitario e responsabile dell’archivio statale di Innsbruck, aveva una particolare predilezione per la storia dell’agricoltura del Tirolo.

 
“A partire dal XVI secolo si sono occasionalmente incontrati anche nomi locali o regionali per indicare le mandrie di bovini. Nel 1525 Jakob Trapp, probabilmente in qualità di proprietario della corte di Glorenza, decretò che il comune di Planeil a Malles non avrebbe più dovuto pascolare pecore dalla Lombardia sui suoi pascoli alpini come in precedenza, ma avrebbe dovuto invece allevare bovini Walser.
Le comunità Walser più vicine all’Alta Val Venosta erano quelle di Galtür nell’entroterra di Paznaun e di Zehngerichten (Davos) nella Prettigovia. In queste zone, come anche nel vicino Montafon, cresce una caratteristica razza bovina bruna, denominata “Montafoner” e “Prättigauer”, che grazie alle sue eccellenti caratteristiche è stata trapiantata anche in altre zone del Tirolo e del Vorarlberg. Se, secondo quel decreto, i bovini Walser vennero introdotti in Val Venosta già nel XVI secolo,
ciò dimostra che erano particolarmente apprezzati anche al di fuori dell’area di insediamento dei Walser.
Ciò è confermato da un altro documento del 1603. In quel periodo un’epidemia aveva sterminato il bestiame della Val d’Ultimo, vicino a Merano, da sempre nota per l’allevamento di bovini. Per ottenere una base per un nuovo allevamento, una delegazione di Ultimo si è recata a Zernez nella Bassa Engadina, dove la strada più vicina attraversa il passo Flüelen fino alla Prettigovia, per acquistare 64 capi di bestiame da riproduzione dagli abitanti di Davos e anche dagli abitanti dell’Engadina e portarli in Val d’Ultimo. Ciò dimostra ancora una volta l’ottima reputazione che i bovini Prättigauer o Walser godevano come bovini da riproduzione in Tirolo. Tuttavia, questo ceppo riproduttivo della Prettigovia a Ultimo non ha conservato a lungo il suo carattere distintivo, ma Ultimo è oggi considerato uno dei luoghi di allevamento più eccellenti per la razza Etschländer (Val d’Adige) grigio-argent.”

Da questo breve testo possiamo trarne due spunti.

Il primo è che fino al 1525 venivano sistematicamente portate le pecore dalla Lombardia ai pascoli dell’alta Val Venosta; certo non è una novità, ma qui riporta nomi e date ben precise e conferma l’influenza della razza Bergamasca nella popolazione ovina locale.

Il secondo, molto interessante per me, è che in Val d’Ultimo vennero portati questi bovini di origine Walser dalla Prettigovia e dall’Engadina, e anche se in Val d’Ultimo non ci sono più tracce di questa importazione, le ho ritrovate nella confinante Val di Rabbi dove un altro studioso, il professor F. Kaltenegger, descrive la presenza dei bovini pezzati di Rabbi derivati da bovini di razza Montafoner-Prättigauer incrociati con il preesistente tipo compatibile con la razza Evoléner, portata secondo Kaltenegger da alpigiani e carbonari  migrati dal Vallese

vacche di razza Evoléner foto di Prospecie Rara
Vacche di razza Evoléner foto di Prospecie Rara

Alcuni valligiani rabbiesi, infatti, si ricordano della presenza fino agli anni 50’ del secolo scorso di alcune bovine con la “stella in fronte” più piccole e tozze delle vacche allevate nel resto della Val di Sole.  Questa influenza della razza Walser Evoléner nei bovini di Rabbi descritti da vari autori le rende nettamente differenti da quelle della razza di Rendena, più fini e lattifere.

Perini – un altro studioso di zootecnia – alla fine del 1800 a supporto della teoria dell’ascendenza vallese di alcune  famiglie dei coloni insediati in Val di Rabbi nel medioevo riporta il fatto  che “la valle di Rabbi fino dal 1513 possiede una chiesa consacrata a San Bernardo e che è l’unica valle del Trentino che veneri questo santo, la circostanza che il monte Gran San Bernardo con la Val d’Entremont appartengono al Vallese ed inoltre che gli abitanti di Rabbi dicevano tanto Rabbi in San Bernardo come San Bernardo in Rabbi dal che deriverebbe che il nome del patrono è in uso  per denominare tutta la Valle, ed infine che la Valle laterale di Rabbi a mezzogiorno di San Bernardo porta il nome di Valle di Vallers, che combinerebbe con Vallese”. 

Per riassumere, dai documenti che ho trovato posso ipotizzare che tra i primi coloni della Val di Rabbi ci siano anche famiglie provenienti dal Vallese che si portarono le vacche del tipo di Evoléner; poi, in tempi successivi – come è successo sia nella confinante Val d’Ultimo che nella Val Rendena – dopo un’epidemia che falcidiò la popolazione bovina locale gli abitanti si recarono in Egadina e Prettigovia per acquistare bovini di razza Montavoner-Prättigauer che si fusero con la popolazione bovina superstite 

Un pezzo di storia zootecnica ricostruita grazie ai documenti recuperati sia in lingua tedesca che italiana; peccato che la razza bovina di Rabbi sia estinta da diversi anni. Ma chissà, forse un giorno un buon genetista con queste informazioni potrebbe riuscire a ricostituire questa razza affascinante che potrebbe diventare una bella nicchia d’eccellenza nel panorama zootecnico locale

Il bisnonno di Giustina Gentilini di Rabbi pastore sulla malga Mordent mostra orgoglioso la sua Pezzata di Rabbi
Il bisnonno di Giustina Gentilini di Rabbi pastore sulla malga Mordent mostra orgoglioso la sua Pezzata di Rabbi
1935 Contrattazione al mercato della vacca Pezzata di Rabbi “dalla stella”
1935 Contrattazione al mercato della vacca Pezzata di Rabbi “dalla stella”
Malè 1932 Pezzate di Rabbi.
Malè 1932 Pezzate di Rabbi.

Monica Brunelli Thaler, marzo 2025